(Teleborsa) - La crisi dell'industria cinese è ormai un dato di fatto. Lo confermano gli ultimi dati sullo stato di salute del settore manifatturiero, che indicano una più forte contrazione dell'attività.
Secondo il report mensile di HSBC, il PMI manifatturiero è scivolato a febbraio a 48,5 punti dai 49,5 di gennaio. Si tratta di un dato leggermente migliore dei
48,3 punti indicati nella stima flash, che rappresentava il minimo degli ultimi sette mesi, ma comunque peggiore del dato di gennaio ed inferiore alla soglia chiave dei 50 punti, sotto la quale c'è la contrazione dell'attività.
Il peggioramento è stato determinato da un generale peggioramento delle condizioni operative, sia riguardo la domanda interna che riguardo all'export. Tale indebolimento ha portato anche ad un taglio dei livelli occupazionali, che ha pesato sul sottoindice dell'occupazione, sceso sui minimi da inizio 2009.
Stante il nuovo rallentamento del settore industriale, le previsioni sul PIL della Cina sono al ribasso, tanto da richiamare misure a supporto della crescita da parte della banca centrale, già
alle prese con le politiche sullo yuan.