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L'economia dell'Eurozona torna a indebolirsi

Rallentamenti in Germania, Spagna e Italia

Economia
L'economia dell'Eurozona torna a indebolirsi
(Teleborsa) - Alla fine di un terzo trimestre forte, l’Eurozona mostra segni di indebolimento della crescita. E' quanto rileva l'indagine condotta da Markit secondo cui con il nuovo aumento degli organici supportato dal forte incremento della produzione e dei nuovi ordini, l’economia della zona Euro di settembre ha continuato a fare costanti progressi. Tuttavia, il tasso di crescita è rallentato ai minimi in quattro mesi.

L’Indice Markit PMI della Produzione Composita nell’Eurozona finale si è posizionato su 53,6 punti in ribasso rispetto ai 54,3 di agosto ed al di sotto della precedente stima flash di 53,9. Il tasso medio di espansione del terzo trimestre, dopo la flessione di settembre, non è riuscito ad accelerare e ha invece eguagliato il record in quattro anni toccato nel secondo trimestre.

L’attività economica si è estesa nelle quattro nazioni principali e in Irlanda, registrando quest’ultima il tasso di gran lunga più netto di incremento, sebbene sia stato il più debole in 16 mesi. Rallentamenti della crescita si sono visti anche in Germania, Spagna e Italia, pur rimanendo pressoché forti in ognuna di queste nazioni. Anche dalla Francia sono emerse notizie migliori, con l’espansione di settembre al record su tre mesi. L’Indice di Produzione è inoltre aumentato di mezzo punto dall’ultima stima flash.

Sul fronte occupazionale, a settembre, gli occupati sono aumentati per l’undicesimo mese consecutivo, nonostante il tasso di crescita degli organici sia rallentato toccando il valore più debole da gennaio. L’occupazione è aumentata in Spagna, Irlanda e Germania, registrando solo quest’ultima un accelerato aumento. In Francia ed in Italia l’occupazione è diminuita.

L’Indice delle Attività Terziarie dell’Eurozona, sempre di settembre, ha segnato 53,7 punti, minimo su sette mesi e inferiore alla precedente stima flash di 54. L’indice ha indicato un’espansione in ciascuno dei 26 mesi scorsi, con l’ultimo tasso di crescita al di sopra della media dell’intera sequenza.

L’espansione più netta si è avuta in Irlanda, con la Spagna in seconda posizione dopo il forte rallentamento della crescita che ha toccato i minimi su nove mesi. Anche in Germania e in Italia, la crescita ha subito una decelerazione toccando i minimi su due mesi, ma ha segnato valori più alti in Francia.

L’occupazione è aumentata per undici mesi consecutivi con incrementi visti in Germania, Spagna e Irlanda. La crescita occupazionale tedesca ha toccato il tasso più rapido da dicembre 2011, diminuendo però nelle altre due nazioni. Riduzioni degli organici sono state registrate in Francia e in Italia.

"La lettura finale del PMI ha indicato un valore leggermente inferiore alla precedente stima flash lasciando però un segnale di espansione dell’economia dell’Eurozona dello 0,4% nel terzo trimestre" ha spiegato Chris Williamson, Chief Economist presso
Markit, aggiungendo che "sarà tuttavia deludente per la BCE il mancato successo dell’economia nel prendere velocità nel
corso dell’estate, considerando in particolare il tasso di creazione occupazionale in flessione ai minimi su otto mesi". Per Williamson "l’indebolimento del tasso di espansione di settembre aumenta il rischio che la crescita perda ancora più vigore nel quarto trimestre, aumentando la probabilità che la BCE apra ulteriormente i rubinetti del quantitative easing".
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