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Opinion Leader 4 Future: l'informazione come strumento di cittadinanza attiva

Economia
Opinion Leader 4 Future: l'informazione come strumento di cittadinanza attiva
(Teleborsa) - "A un anno dall'avvio dell'osservatorio Opinion Leader 4 Future questo incontro torna a mettere al centro la questione dell'informazione consapevole e lo fa attraverso il dialogo tra giornalisti ricercatori e nello spazio di riflessione che l'osservatorio ha aperto da 4 anni, prima attraverso il progetto Opinion Leader 4 Future, poi attraverso l'attività di monitoraggio sull'attenzione che i giovani e le giovani, i cittadini e le cittadine che vivono in Italia hanno verso la comunicazione e l'informazione". È quanto afferma Mariagrazia Fanchi, direttrice Almed, in occasione dell'evento organizzato lo scorso 25 marzo 2024 dall'Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto sull'informazione consapevole lanciato lo scorso anno dalle media relations di Credem e ALMED (Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) per indagare sullo stato di salute dell’informazione e per trovare possibili soluzioni ad un panorama informativo sempre più proiettato verso il sensazionalismo.

"I temi che tornano nuovamente ad emergere – prosegue Fanchi – sono, per un verso, la difficoltà a muoversi all'interno di un ambiente che è ricco di sollecitazioni rispetto alle quali spesso ci sentiamo sprovvisti degli strumenti più adatti per poterle scegliere prima e poi interpretare correttamente ma emerge anche fraintendimento su che cosa significhi informare sia per chi fa informazione sia per chi la riceve. Informare non significa, infatti, provare a veicolare un punto di vista come se fosse l'unico possibile; significa, viceversa, creare le condizioni perché ci sia un confronto di punti di vista: interpretare la comunicazione come quel processo che consente appunto di creare comunità. Credo che quanto è emerso stamane ci consenta di provare a identificare con ancora maggior forza, con ancora maggiore decisione le finalità che l'osservatorio si propone e che consenta a tutti di utilizzare formazione e la comunicazione per essere cittadini e cittadine attive".


"Questo secondo anno dell'osservatorio – sottolinea Luigi Ianesi, responsabile relazioni esterne Credem – l'abbiamo cominciato con il botto: abbiamo avuto delle testimonianze d'eccellenza e anche un pubblico molto attivo ed attento questa mattina. Devo dire che non c'è niente a che vedere con quello che è stato l'inizio di questa avventura per noi, dove, con tanta passione ed entusiasmo, ci siamo trovati però da subito l'ostacolo del Covid e del lockdown. È cresciuto molto l'osservatorio, siamo riusciti nell'intento di creare un gruppo di lavoro molto dinamico, efficace, dove le competenze dell'università, della ricerca, si sono messe al fianco di quelle dell'imprese, della comunicazione delle esperienze che abbiamo come azienda. In questi anni abbiamo potuto lavorare trovando modo di trasmettere conoscenza, consapevolezza di come si formano i meccanismi di comunicazione e di informazione, ma anche risultati concreti di ricerca. Questo è nell'intento dell'osservatorio di dare alle persone strumenti per orientarsi, per trovare le informazioni di cui hanno bisogno per le richieste, le esigenze, che hanno nella vita quotidiana ma anche in quelle che possono cambiare la loro vita o anche l'esistenza delle organizzazioni stesse. Credo che con grande orgoglio abbiamo ormai trovato riferimenti nelle istituzioni e anche in molti enti pubblici che ci cercano, che cercano il confronto per portare avanti loro iniziative e credo che la nostra sfida ulteriore sia quella poi di portare a bordo anche qualche altra impresa".

"Viviamo in un tempo fortemente entropico dove – dichiara Chiara Giaccardi, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell'Università Cattolica – tutto si frammenta e tutto si omologa e l'informazione rischia di contribuire a una polarizzazione, a una a una frammentazione, anche, diciamo, a una guerriglia tra le posizioni che si combattono. È quanto mai necessario e pensiamo che l'Università Cattolica in questo sia molto impegnata a recuperare un senso di comunicazione che sia vicino all'origine di questa parola che è comunis, creare le condizioni per la comunità perché ciascuno diventando se stesso crei le condizioni perché altri possono diventare se stessi insieme. Questo è fondamentale oggi dove assistiamo a un deficit di comunità ed è importante che la comunicazione aiuti a creare un orizzonte comune anziché frammentarlo e creare delle contrapposizioni".



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