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Intermediari italiani, CONSOB: controvalore strumenti finanziari +21% nel 2023

Pesa l'incremento di strumenti finanziari di tipo obbligazionario

Finanza
Intermediari italiani, CONSOB: controvalore strumenti finanziari +21% nel 2023
(Teleborsa) - A fine 2023 il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani a fronte della prestazione di servizi di investimento e di gestione del risparmio risulta cresciuto del 21,1% rispetto al dato di fine 2022, in prevalenza per l'incremento di strumenti finanziari di tipo obbligazionario. Lo comunica la CONSOB nel suo ultimo Bollettino Statistico.

I volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento sono complessivamente cresciuti nel corso del 2023 (collocamento di strumenti finanziari +18,2%, negoziazione in conto proprio +3%, esecuzione ordini +24,3%, ricezione e trasmissione di ordini +7,9%).

I premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani vigilati dalla Consob hanno registrato un calo (-35,1%), per la flessione dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (-34,3%).

A fine 2023, il patrimonio gestito da intermediari italiani risulta cresciuto rispetto alla fine del 2022 (+8,3%) per l'incremento di tutte le tipologie di gestione di patrimoni. In particolare, delle gestioni patrimoniali su base individuale (+7,6%) che rappresentano circa il 67,2% del totale degli Oicr aperti di diritto italiano (+9,8%), degli Oicr aperti esteri collocati in Italia (+18,6%), degli Oicr chiusi di diritto italiano (+7%) e dei fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione (+13,8%).

Nel 2023 la raccolta netta degli Oicr aperti di diritto italiano è stata positiva per circa 10,5 miliardi di euro, principalmente per i fondi di tipo obbligazionario (+25,1 miliardi di euro) che hanno più che compensato i rimborsi dei fondi azionari, bilanciati, flessibili, monetari e speculativi.

I dati contabili a fine 2023 delle Sgr di diritto italiano presentano, in aggregato, un utile netto di oltre 1.491 milioni, con una riduzione di 77 milioni rispetto al 2022, dovuta in prevalenza all'aumento dei costi operativi (131 milioni di euro) e delle imposte (30 milioni di euro) che hanno superato l'aumento delle commissioni nette (50 milioni di euro) e del margine di intermediazione (24 milioni di euro).

L'evidenza in parola, tuttavia, non è generalizzata ed è necessario considerare alcune differenze, posto che taluni gestori hanno incrementato i volumi gestiti e, conseguentemente, l'utile nel periodo di riferimento. Per le Sim italiane si registra un utile netto di 88,1 milioni di euro, in crescita di 40,8 milioni di euro rispetto al 2022, dovuto in prevalenza all'aumento delle commissioni attive (40,7 milioni di euro) e degli interessi attivi e proventi assimilati (25,7 milioni di euro) che hanno più che compensato l'aumento dei costi operativi (20,6 milioni di euro).
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