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Tentativi a vuoto

Anatomia di tre correzioni molto diverse tra loro.

Il grande ribasso degli anni Settanta fu al contrario lento e molto irregolare e fu intervallato, come quello del 1929-33, da recuperi tanto vertiginosi quanto effimeri. Il ribasso del 2000-2003 fu rovinoso e senza tregua solo per la tecnologia. Molti comparti tradizionali, al contrario, salirono. Il 2008-2009, dal canto suo, coinvolse pesantemente l'Occidente, ma coincise per contrappunto con il raddoppio, negli stessi mesi, della borsa di Shanghai.

Anche le semplici correzioni, nel loro piccolo, non si somigliano tra loro. Consideriamo ad esempio le ultime tre.

Nell'estate 2013, quando Bernanke prospettò per la prima volta l'idea del tapering, il mercato pensò di rivivere il 1994-95, ovvero il classico momento in cui, a ripresa ciclica ormai avviata e consolidata, le banche centrali iniziano ad alzare i tassi. Venne giù tutto, azioni e bond, ma si infierì con particolare crudeltà sugli emergenti. Nel 1994, del resto, erano stati puniti i deboli di quel tempo, ovvero l'America Latina, il Canada, la Svezia e l'Italia. La correzione dell'anno scorso terminò solo quando la Fed ritirò l'idea del tapering in settembre, salvo riproporla e realizzarla tre mesi più tardi. Tutto si riprese, tranne gli emergenti.

Anna KareninaLa correzione del gennaio di quest'anno, al contrario di quella precedente, non è stata originata da timori legati alle grandi economie o ai tassi. È stata da una parte un consolidamento fisiologico dopo la galoppata dei mesi precedenti e, dall'altra, il segno del disagio per le crisi di Argentina, Turchia, Ucraina e Venezuela.

La correzione di questi ultimi giorni, severa ma poco avvertita in Italia per la scarsa rilevanza sul nostro mercato dei settori colpiti, non è stata causata da eventi particolari, ma dal concludersi di quella fase di limbo psicologico in cui ci si era chiusi, come in un bozzolo, da più di due mesi.

(Nella foto: Anna Karenina. Film. 2012)
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