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Il Buio oltre la Rete

Scorporo, tanti soldi sul passato e poca informazione sul futuro


In pratica, se KKR dovesse effettivamente rilevare Open Fiber per appena 2 miliardi di euro, tanto la Cassa che Macquaire registrerebbero una consistente minusvalenza rispetto alla valutazione di 5,5 miliardi: una volta ceduta a KKR la rete in concessione da parte di Infratel, Open Fiber rimarrebbe una scatola praticamente vuota.

La Cassa Depositi e Prestiti esce assai penalizzata da questa operazione, dopo essersi lanciata con tanto entusiasmo in Open Fiber di cui detiene il 60%, ed essere entrata in TIM comprando il 9,8% delle azioni, divenendone il secondo azionista dopo Vivendi che ha il 23,7% del capitale.

TIM persegue un obiettivo principalmente finanziario e non industriale: con la cessione a KKR della sua rete, denominata "NetCo", si propone di abbattere il suo debito di 14 miliardi. Ma non è chiaro quale sarà il business operativo che sarà realizzato dalla rimanente compagine aziendale, definita "ServiceCo": per gestire la attuale clientela che usufruisce di linee telefoniche su rete fissa e mobile bastano pochissimi dipendenti.

Si parla molto genericamente di sviluppo nei settori di tecnologia avanzata, ma non si citano né esperienze analoghe maturate all'estero né programmi concreti: in pratica, i proventi futuri di "ServiceCo" deriveranno ancora in massima parte dalla rivendita dei servizi di rete, offerti a tutto il mercato a condizioni paritarie dal nuovo gestore sostanzialmente monopolista delle reti di telecomunicazioni italiane, se dovesse acquisire oltre alla rete di TIM, "NetCo", anche quella di Open Fiber.
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